Termenago frazione | |
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Termenago | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Comune | Pellizzano |
Territorio | |
Coordinate | 46°18′59.48″N 10°46′01.67″E |
Altitudine | 1 148 m s.l.m. |
Abitanti | 180 (anagr.parrocchiale 2007) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 38020 |
Prefisso | 0463 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022926 |
Cod. catastale | L110 |
Nome abitanti | Tremenaghi detti "fàusi" o "gnöle" |
Patrono | San Nicolò |
Giorno festivo | 6 dicembre |
Cartografia | |
Termenago (IPA: /termeˈnago/, Tremenàch in solandro[1]) è una frazione del comune di Pellizzano, in provincia di Trento. Secondo lo studioso di toponomastica Carlo Battisti[2], il nome deriva dalla composizione del nome gentilizio Terminius, del possessore del fondo, col suffisso gallico -acum.
La toponomastica locale in dialetto solandro, è riconducibile molto spesso ai cognomi ed ai soprannomi dei proprietari dei vari tablà (tipica costruzione in legno e pietra, usata sia come abitazione, che come ricovero per gli animali, che come fienile e granaio). Tipici sono i "scotùmi" di famiglia o personali, riconducibili alle caratteristiche dei componenti delle famiglie (es. Clàri, Rósoi ecc.), ai nomi ricorrenti (Giamperolìni, Albertìni, Fabianèle) o al mestiere tipico (Slózeri, Ciài). Cognomi storici del paese sono: Fezzi, Bevilacqua, Pedrazzoli, Armani, Maffei, Bosinelli. Più recenti invece Marchesi, Bertolla, Dallaserra, Daprà, Daldoss, Molignoni, Martini, Mosconi.
Il paese è situato nell'alta val di Sole, sulla sinistra orografica del torrente Noce, a mezzacosta e parallelo rispetto alla strada di fondovalle che collega i comuni di Pellizzano e Mezzana. A circa metà di questo tratto, diparte la strada provinciale n. 140, che con un percorso di circa 2 chilometri, supera dapprima il rio Corda, taglia la prateria di Claiano (scritto anticamente "Clajano")e sale con ampie curve fino al paese di Termenago. Da qui la strada prosegue raggiungendo le frazioni di Castello, Ortisé e, infine, Menas a quota 1517 metri.
I primi documenti in cui è citata la "villa" di Termenago datano attorno al 1200 quando il paese faceva già parte della Pieve di Ossana. Una pergamena datata 1203, appartenente all'archivio parrocchiale di Pellizzano, riferisce di una sentenza relativa ad una causa tra gli abitanti di Termenago e quelli di Pellizzano, Ognano, Arbi e Claiano circa i diritti di bosco, di pascolo e di accesso alla montagna posseduta in comune sulla sinistra del Noce.[3] Nella stessa epoca, inoltre, il decano della pieve registrava le rendite vescovili provenienti dai terreni affittati, che consistevano generalmente in contributi di natura e prestazioni di mano d'opera. In particolare, il Codice Vanghiano n. 269 riporta che il 23 maggio 1212 un tale Guidone di Claiano prestò garanzia nei confronti della curia, in nome di Elica e Berta figlie di Albuccio di Termenago.[4] Di Termenago sono gli stampatori Nicolò Bevilacqua a Venezia e Donato Fezzi a Bressanone, entrambi operanti durante il secolo XVI. Quattro erano le famiglie originarie di Termenago: Armani, Maffei, Pedrazzoli e Fezzi; sono però resistite soltanto le ultime due, le altre sono estinte in paese, anche se in valle e in altri luoghi del Trentino vi sono ancora persone portanti questi cognomi e originarie del villaggio.
Degno di nota il campanile, il più alto della valle, misura circa 53 metri; è staccato dalla chiesa.
Storicamente, il paese di Termenago era suddiviso in due contràde, Féc' (da cui il cognome Fezzi) e Palù, le quali erano suddivise in altri cantóni: Màseri, Cantonàci, Armàni (dal cognome della famiglia abitante maggiormente questo cantón), Clajàn, Tablà nöf, Fónech, Crosure. Da moltissimi di questi cantóni derivano cognomi e soprannomi (gli antichi scotùmi) di persone. Tutt'intorno al paese ci sono varie località dai nomi altisonanti e dialettali molto coloriti: Caràje, Gàgi, Bedión, Fónech, Campión, Còl, Socé, Dòs da plàni, Gàna, Fosà, Margiói, Argheràcia, Tréma, Màrgola, Stanquadróc'...
Il legame col territorio e i ritmi della terra e del tempo sono molto legati ai paesi della valle, a Termenago in particolare.
Dal grafico si nota come la popolazione sia passata dalle 800 unità dei primi anni del '900 alle 120 c.a. attuali, dovute principalmente alla prima guerra mondiale e al "miracolo economico italiano degli anni sessanta e seguenti che ha visto molta parte della gente "migrare" in fondovalle (es. a Malé) o in "città".