Torre del Greco comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Amministrazione | |
Sindaco | Luigi Mennella (PD) dal 29-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 40°47′07″N 14°23′43″E |
Altitudine | 43 m s.l.m. |
Superficie | 30,63 km² |
Abitanti | 79 769[1] (31-5-2024) |
Densità | 2 604,28 ab./km² |
Frazioni | Sant'Antonio, Camaldoli della Torre, Lava Troia, Leopardi, Santa Maria la Bruna |
Comuni confinanti | Boscotrecase, Ercolano, Ottaviano, Torre Annunziata, Trecase |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 80059 |
Prefisso | 081 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 063084 |
Cod. catastale | L259 |
Targa | NA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 051 GG[3] |
Nome abitanti | torresi, corallini |
Patrono | Immacolata Concezione, san Gennaro, san Vincenzo Romano |
Giorno festivo | 8 dicembre, 29 novembre, 19 settembre |
Motto | Post fata resurgo |
Cartografia | |
Posizione del comune di Torre del Greco nella città metropolitana di Napoli | |
Sito istituzionale | |
Torre del Greco (Torre 'u Grieco in torrese[4]) è un comune italiano di 79 769 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania, situata tra il Vesuvio, nelle immediate vicinanze del parco nazionale, e il golfo di Napoli.[5][1]
L'antica denominazione della città era quella di Turris Octava, riferita probabilmente ad una torre eretta da Federico II di Svevia[6]. Il suo scopo era l'avvistamento dei nemici[7], nella fattispecie dei Saraceni, ed era l'ottava torre di questo tipo a partire da Napoli, o forse da essa distava otto miglia.[8] Secondo un'altra ipotesi[9] il nome deriverebbe da una villa appartenente ad Ottaviano Augusto. La prima attestazione del toponimo risale invece al XIV secolo[10] e si ritrova in un diploma dell'anno 1324 di Carlo, duca di Calabria.
Risulta pertanto cronologicamente errata la ricostruzione dello storico locale Francesco Balzano[11]. In accordo con essa, alla regina Giovanna fu fatto dono da parte di un eremita di alcune piante d'uva di provenienza ellenica, e il vino da esse ricavato, dal sapore particolarmente dolce, incontrò i favori della monarca, sicché tale viticoltura si diffuse largamente. Tuttavia, secondo Lorenzo Giustiniani, erudito napoletano vissuto tra il Settecento e l'Ottocento che si occupò di redigere un corpus in tredici volumi sul Regno di Napoli, sembra comunque corretto[12] legare il nome della città all'ingente produzione del cosiddetto vino greco. Detta produzione, però, si sarebbe propagata già in epoca antecedente al regno della sovrana angioina.
In epoca romana, come testimoniano numerosi reperti archeologici, Torre del Greco era probabilmente un sobborgo residenziale di Ercolano. Qui erano sorte numerose ville che godevano dell'amenità dei luoghi e della posizione centrale all'interno del golfo di Napoli. Proprio come accadde con Ercolano, Pompei, Stabia e Oplonti, la devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C. sconvolse anche questi luoghi, fino a rimodellarne l'intero suolo e respingere il mare per oltre 500 metri.
La protostoria della città si confonde con quella di Sora e Calastro, il cui nome sopravvive in due delle contrade: nel 535, infatti, gli abitanti di questi villaggi furono trasferiti a Napoli dal generale bizantino Belisario per ripopolare la città dopo il sacco che aveva subito.[13]
I Saraceni si insediarono nel territorio nel 880, con il permesso del vescovo di Napoli Atanasio, dal quale furono successivamente trasferiti ad Agropoli due anni dopo.[14]
La città in seguito fu presa dagli Svevi e, a partire dal Quattrocento, subì le vicende del Regno di Napoli, divenendo parte del demanio reale. Il re Alfonso I ne cedette poi il possesso alla famiglia Carafa, senza diritti feudali.
Nel 1631 un'eruzione di proporzioni ingenti distrusse tutto il versante a mare del Vesuvio: Torre del Greco venne invasa da torrenti fangosi e da grandissimi flussi lavici, dei quali uno in particolare generò le scogliere della Scala.
Il 18 maggio 1699 la città riacquistò il diritto di possesso del suo territorio con un atto di compravendita dall'ultimo dei proprietari, il marchese di Monforte, per 106.000 ducati e dopo questa data si ebbe una fioritura del commercio marittimo, mentre la flottiglia peschereccia dell'epoca contava 214 imbarcazioni, dedite alla raccolta delle spugne, del corallo e delle conchiglie. In quest'epoca si cominciò la lavorazione del corallo, divenuta poi tradizionale.
Tra il XVII e il XVIII secolo, in epoca borbonica, vi furono edificate diverse ville signorili dell'area vesuviana: le ville del Miglio d'oro, che conservano splendidi esempi di architettura settecentesca.
Il comune di Torre del Greco è stato poi travolto nel 1707 dalla caduta abbondante di piroclasti del Vesuvio, insieme ai comuni di Scafati, Striano e Boscotrecase, con danni alle coltivazioni e centinaia di feriti.
L'eruzione del Vesuvio del 1794 seppellì il centro storico sotto uno spessore lavico di circa 10 metri. Numerose altre eruzioni avevano provocato nei secoli ingenti danni alla città: sullo stemma municipale, che comprende una torre, è infatti riportato il motto della fenice: Post fata resurgo.
La città divenne municipio sotto la dominazione di Giuseppe Bonaparte nel 1809 con l'elezione del primo sindaco Giovanni Scognamiglio. Sotto la dominazione di Murat diventò, insieme alla vicina Portici, la terza città del Regno di Napoli, dopo Napoli e Foggia, con 18.000 abitanti, malgrado le ripetute eruzioni vulcaniche che, anche nel XIX secolo, avvenivano quasi ogni due anni[15].
Lo stemma di Torre del Greco è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 26 maggio 1937.[16]
«Campo di cielo, alla figura del monte Vesuvio fumigante verso destra, alla torre di due piani, ciascuno merlato, aperta e finestrata, avente sull'arco della porta la cifra romana VIII di nero, terrazzata sopra un viale alberato; la torre attraversante sul tutto, sormontata nel capo da otto stelle d'argento ordinate in alto. Lo stemma è circondato alla base da due rami, uno di quercia e uno di alloro, annodati con nastro riportante il motto Post fata resurgo.»
Il gonfalone, concesso con regio decreto dell'11 gennaio 1940[16] è costituito da un drappo di bianco con la bordatura di verde.
Le chiese di Torre del Greco furono spesso riedificate su edifici più antichi, distrutti nel corso dei secoli dalle eruzioni laviche del Vesuvio. Tra questi:
e i vari istituti religiosi, fra i quali:
Tra le ville che sorsero nella zona tra il XVII e il XIX secolo sono da citare:
I giardini pubblici sono stati intitolati a Vincenzo Ciaravolo, marinaio morto nel Mar Rosso, che scelse, durante l'affondamento della nave su cui navigava, di sacrificare la propria vita pur di non abbandonare il suo comandante che era rimasto a bordo.
L'area di maggior interesse archeologico, risalente al I secolo d.C., è la "contrada Sora", caratterizzata da resti della Villa Sora, probabilmente posseduta dalla famiglia Flavia. Annesso alla villa, vi è un complesso termale, ora praticamente sulla spiaggia torrese. L'attenzione sul sito fu posta alla luce dal Gruppo Archeologico Torrese "G. Novi". Fu redatta anche una pubblicazione in merito dal titolo "Reportage archeologico a Villa Sora". L'attenzione messa in essere dal G.A.T. coinvolse anche l'allora direttore degli Scavi di Ercolano, e grazie alla Banca di Credito Popolare e ad un contributo dell'Amministrazione Comunale fu possibile effettuare uno scavo. Oggi, ciò che è possibile osservare in contrada Sora è frutto di quell'attività di ricerca.
In zona "Colle dei Camaldoli" esistono i ruderi di una villa rustica e in "contrada Calastro" altre presenze archeologiche testimoniano l'esistenza di un suburbio cittadino. Tutto ciò fu sempre catalogato e ritrovato grazie all'attività di campo del Gruppo Archeologico Torrese, che, tra le altre cose, rinvenne anche dei ruderi in Contrada Scappi. Mentre in zona porto si può trovare la famosa Fontana dalle Cento Cannelle (o Cento Fontane).
Abitanti censiti[17]
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera era di 834 abitanti, pari all 1,33% degli abitanti.[18]
Torre del Greco si fregia del titolo di Città Leopardiana. Giacomo Leopardi soggiornò a Torre del Greco poco prima della sua morte ed ivi compose: La ginestra e Il tramonto della luna ospite nel complesso di ville della famiglia dell'amico Ranieri, proprietà succedute alla famiglia Carafa d'Andria e poi lottizzate dallo stato italiano. Ad oggi restano superstiti: la villa dove dimorava il Leopardi, oggi museo col nome di Villa delle Ginestre, e le due ville private Villa Carafa d'Andria de Cillis e Valle dell'Orso.
La città ospita due musei dedicati al corallo: uno storico all'interno dell'Istituto statale d'arte "Francesco Degni" e l'altro più piccolo e privato, con la collezione Liverino. Dal 2006 presso la Pro Loco è visitabile un piccolo Museo Del Gioco e del Giocattolo d'epoca. Dal 2010 la sezione locale della Lega navale italiana ha insediato il Museo della Marineria nei pressi della zona porto, più precisamente nei locali della stazione ferroviaria F.S.
Nata come festa ricadente nell'ottava giornata dopo il Corpus Domini, per questo anche chiamata "Festa dell'Ottava" che in dialetto locale viene indicata come "A festa 'i ll'uttava". Si racconta, sebbene in realtà la città non fosse mai stata sottoposta a dominio feudale, che nel corso della giornata del "Corpus Domini" del 1699, il popolo torrese a fronte di enormi sforzi economici e notevoli sacrifici, acquisiva il territorio cittadino dal nobile Marchese di Monforte. Per quanto detto, in occasione dei festeggiamenti, per la raggiunta nuova condizione civico-sociale della città, che ebbero luogo nell'ottava giornata dopo il Corpus Domini, per poter dare più importanza e solennità alla festa e per dimostrare lo stato di perdurante ricchezza della popolazione torrese, in quattro punti importanti della città, come di seguito indicato, vennero costruiti quattro altari ovvero "are":
Il primo citato, quello della zona di "vasciammare", era comunemente identificato come " Ardare 'i fravica (di fabbrica)", in quanto veniva realizzato totalmente in muratura di "fabbrica". Sull'intonaco della stessa muratura, con la tecnica dell'affresco, autorevoli artisti locali, in tutte le epoche, venivano chiamati ad affrescare soggetti relativi alla cultura locale e religiosa. Uno dei più autorevoli di questi fu il Maestro Nicola Ascione detto "Don Niculino Ascione", il quale, per le sue non comuni capacità artistiche, fu chiamato ad affrescare la Basilica Pontificia di Pompei. Lo stesso Maestro Nicola Ascione fu per parecchi anni docente presso l'Accademia Belle Arti.
La festa dedicata alla Madonna, a cui assistono migliaia di fedeli e spettatori provenienti da diverse città italiane.
Festa molto sentita dalla popolazione Torrese, con la venerazione della statua dell'Immacolata Concezione, portata in processione, su di un carro trionfale, sostenuto da più di 800 fedeli appunto chiamati portatori.
Torre del Greco ha una popolazione distribuita su due centri abitati, confinanti senza soluzione di continuità: il capoluogo, omonimo, e la frazione di Santa Maria la Bruna che comprende la contrada Leopardi (così chiamata in onore del poeta che vi soggiornò nell'ultimo periodo della sua vita) e la contrada Palazzone (che deve il nome alla presenza di un enorme edificio un tempo sede della guarnigione borbonica addetta al controllo della zona di caccia tra Villa Inglese e Via Prota).
Santa Maria la Bruna è un insediamento di tradizione prevalentemente agricola, nonostante la vicinanza con il mare, che ha avuto una considerevole espansione negli anni settanta. Si trova a sud-est della città ed è servita dall'omonima stazione della linea ferroviaria Napoli-Salerno, che ospita anche le officine FS.
Le contrade "Lamaria /Cappella Carotenuto", "San Vito", "Epitaffio", "Lava Troia", "Ponte della Gatta", "Torretta Fiorillo", "Casa Cirillo", "Viuli", "Villa Inglese" e "Palazzone" sono antiche contrade inglobate nella cittadina a seguito della moderna espansione urbanistica, di cui restano solo i toponimi. La contrada "Leopardi" e le zone di "Palazzone", "Viuli", "Villa Inglese", "Casa Cirillo", "Cappella Nuova," "Camaldoli", "Torretta Fiorillo" e "Ponte della Gatta" sono ubicate nel territorio della frazione di Santa Maria La Bruna.
Torre del Greco è nota nel mondo soprattutto per la lavorazione artigianale dei coralli, dei cammei e della madreperla[21]. Questa tradizione artistica, sviluppatasi a partire dal XVII secolo è tramandata dall'antica Scuola d'incisione e lavorazione del corallo annessa all'omonimo Museo.
Ai corallai si affiancarono istituti di assistenza economica e assicurativa, divenuti legali nel 1825. Il 19 aprile 1888 sorse la Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, ancora attiva con oltre 64 filiali da Formia e tutto il basso Lazio fino a Salerno.
È presente un'importante industria armatoriale, erede dei pescatori di corallo, con sei grandi società di navigazioni ("Deiulemar", "Giuseppe Bottiglieri di Navigazione", "Fratelli D'Amato", "Di Maio & Partners", "Perseveranza", "Bottiglieri - De Carlini - Rizzo") e altre di minore importanza. Nel 2012 il fallimento della Deiulemar ha messo in crisi l'intera economia cittadina, visto il coinvolgimento, come obbligazionisti della società, di più di 10000 famiglie torresi; precedentemente, sempre nel settore dell'armatoria, c'era già stato il fallimento della Di Maio Line[22].
Attività lavorative ed economiche prevalenti sono: il lavoro marittimo, i cantieri navali siti sul porto, il centro di manutenzione delle Ferrovie dello Stato a Santa Maria la Bruna, laboratori orafi e del corallo e aziende florovivaistiche di media e piccola estensione.
Tra gli anni tra i cinquanta e settanta Torre del Greco rappresentava il maggiore serbatoio di forza lavoro legato alle grandi navi, sia da passeggeri che da carico. I marittimi iscritti superavano le 30.000 unità, creando uno stato di agiatezza e di ricchezza che risulta essere unico nella storia del lavoro marittimo ed industriale in Italia. A seguito di strutturali mutamenti avvenuti nell'ambito nazionale ed internazionale, questo settore riesce ad occupare solamente circa 6.000 lavoratori. Da questa attività nasce il nome Corallino, termine in cui si definiscono i Torresi.
Il paese è attraversato da un'importante autostrada: la A3 Napoli-Salerno.
Torre del Greco dispone di due stazioni ferroviarie: l'area del centro e del porto è servita dalle stazioni di Torre del Greco e di Santa Maria la Bruna, poste lungo la ferrovia Napoli-Salerno e percorse da treni regionali svolti da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Campania; le zone più interne usufruiscono della stazione EAV, lungo la ferrovia Napoli-Pompei-Poggiomarino, servita da treni regionali EAV. Il comune conta ben 7 stazioni ferroviarie della Circumvesuviana; eccole elencate, in direzione sud:
Fra il 1879 e gli anni cinquanta del ventesimo secolo la città era inoltre collegata a Napoli mediante la tranvia Napoli-Portici-Torre del Greco, che attraversava l'area del miglio d'Oro in posizione più centrale rispetto alle due ferrovie.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1944 | 1946 | Francesco Brancaccio | sindaco | ||
1946 | 1950 | Crescenzo Vitelli | sindaco | ||
1950 | 1950 | Antonio Brancaccio | sindaco | ||
1950 | 1951 | Amerigo Liguori | sindaco | ||
1950 | 1952 | Pietro Palomba | sindaco | ||
1952 | 1956 | Francesco Coscia | sindaco | ||
1956 | 1957 | Ubaldo Nardi | sindaco | ||
1957 | 1957 | Mario Rotondi | sindaco | ||
1957 | 1957 | Bartolomeo Mazza | sindaco | ||
1957 | 1958 | Leonardo Mazza | sindaco | ||
1958 | 1961 | Raffaele Capano | sindaco | ||
1961 | 1965 | Antonio Magliulo | sindaco | ||
1965 | 1966 | Raffaele Capano | sindaco | ||
1966 | 1969 | Pasquale Accardo | sindaco | ||
1969 | 1974 | Ciro Ferrer | sindaco | ||
1974 | 1975 | Tommaso Borrelli | sindaco | ||
1975 | 1979 | Pasquale Accardo | sindaco | ||
1979 | 1985 | Mario Auricchio | sindaco | ||
1985 | 1988 | Antonio F. Mennella | sindaco | ||
1988 | 1990 | Francesco Palomba | sindaco | ||
1990 | 1993 | Salvatore Polese | sindaco | ||
1993 | 1993 | Ferdinando Amoroso | commissario prefettizio | ||
1993 | 1994 | Antonio Cutolo | PDS | sindaco | |
1994 | 1995 | Ferdinando Amoroso | commissario prefettizio | ||
1995 | 1998 | Antonio Cutolo | PDS | sindaco | |
1998 | 1998 | Emilio De Luca | commissario prefettizio | ||
1998 | 2001 | Romeo Del Giudice | PPI | sindaco | |
2001 | 2002 | Giovanni Balsamo | commissario prefettizio | ||
2002 | 2005 | Valerio Ciavolino | FI | sindaco | |
2005 | 2006 | Carlo Alfiero - Narcisa Brassesco - Luigi Colucci | commissione straordinaria | ||
2006 | 2006 | Valerio Ciavolino | FI | sindaco | |
2006 | 2007 | Ennio Blasco | commissario prefettizio | ||
2006 | 2007 | Giuseppe Giordano | commissario prefettizio | ||
2007 | 2012 | Ciro Borriello | FI | sindaco | |
2012 | 2014 | Gennaro Malinconico | UdC | sindaco | |
2014 | 2014 | Pasquale Manzo | commissario prefettizio | ||
2014 | 2017 | Ciro Borriello | NcS | sindaco | |
2017 | 2018 | Giacomo Barbato | commissario prefettizio | ||
2018 | 2023 | Giovanni Palomba | liste civiche | sindaco | |
2023 | in carica | Luigi Mennella | PD | sindaco |
Sport più popolare della città è il calcio: maggior club locale è la Turris, che vanta quasi quaranta stagioni di militanza nei campionati professionistici, tra ex Serie C2 e venti campionati di terza serie, senza però mai superare la Serie C. Ad essa si affiancano diversi sodalizi rionali a carattere prettamente dilettantistico. La maggiore espressione calcistica dilettantistica è il Città di Torre del Greco che dal 2001 anno della sua nascita svolge attività agonistica nei campionati dilettantisitici. Similmente riscuote buon seguito la pallamano: la squadra cittadina Olimpia La Salle vanta una partecipazione in Serie A2. Risale al 1965 (con la fondazione dell'Amatori Rugby Torre Del Greco) l'avvio della pratica del rugby, sport che vede diversi torresi militare nelle squadre nazionali e in club di prima fascia; anche l'apporto al settore arbitrale è significativo, ove spicca la figura di Carlo Damasco. Per quanto concerne il ciclismo su strada, il 9 luglio 2017 Torre del Greco ha ospitato l'arrivo della tappa finale del Giro Rosa 2017 (equivalente femminile del Giro d'Italia). In città è inoltre diffusa la pratica (a carattere dilettantistico o semiprofessionistico) di calcio a 5, pallacanestro, pallavolo, hockey in-line, judo, karate e tennistavolo.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 143964198 · SBN MUSL003379 · LCCN (EN) n80155784 · GND (DE) 4119661-2 · BNF (FR) cb12428833n (data) · J9U (EN, HE) 987007564301505171 |
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