Tempio di Minerva (Foro Transitorio)

Questo articolo affronterà l'importanza di Tempio di Minerva (Foro Transitorio) nella società odierna. Tempio di Minerva (Foro Transitorio) ha acquisito rilevanza in diversi ambiti, dalla moda alla tecnologia, passando per la cultura e la politica. La sua influenza si è diffusa in modo significativo negli ultimi anni, generando un profondo impatto sul modo in cui le persone interagiscono e si relazionano tra loro. Ecco perché è essenziale analizzare in modo approfondito il ruolo svolto attualmente da Tempio di Minerva (Foro Transitorio) e le sue possibili implicazioni a breve e lungo termine. A tal fine verranno esaminate diverse prospettive e casi di studio per comprendere meglio l’importanza e la portata di Tempio di Minerva (Foro Transitorio) nella società contemporanea.

Coordinate: 41°53′36.76″N 12°29′13.66″E / 41.893544°N 12.487128°E41.893544; 12.487128

Il Tempio di Minerva coronava il lato breve del Foro di Nerva (o Foro Transitorio) nei Fori Imperiali a Roma.

Il tempio si ergeva su un alto podio e presentava sulla facciata sei colonne e tre sulla parte anteriore dei lati. Il retro era nascosto alla vista dalla piazza da due ali di muro, che nascondevano alla vista l'alto muro dell'esedra del Foro di Augusto e il passaggio verso la Porticus absidata.

La cella era dotata di abside, secondo una tipologia architettonica affermatasi nell'età imperiale.

Il tempio era dedicato a Minerva, una divinità particolarmente cara a Domiziano (l'imperatore responsabile della costruzione del Foro Transitorio), e venne completato entro il 97 d.C.

Il tempio era ancora ben conservato nel XVI secolo, ma nel 1606 papa Paolo V ne destinò i materiali alla costruzione della fontana dell'Acqua Paola sul Gianicolo. Altri furono riciclati per la cappella Borghese in Santa Maria Maggiore.

Oggi si conservano soltanto scarsi resti del podio e diversi elementi della sua decorazione architettonica, tra cui un blocco della cornice del frontone. Nel Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano è esposto un frammento del fregio, con bucrani e strumenti sacrificali, simile a quello presente sul coevo tempio di Vespasiano, intagliato su lastre applicate ai blocchi della trabeazione. Sul lato frontale, come si vede dai disegni precedenti alla demolizione seicentesca, fregio e architrave erano invece occupati dall'iscrizione dedicatoria.

Note

Bibliografia

  • Filippo Coarelli, Guida archeologica di Roma, Verona, Arnoldo Mondadori Editore, 1984.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni