«Siamo Còrsi per nascita e sentimenti, ma prima di tutto ci sentiamo Italiani per lingua, costumi e tradizioni... E tutti gli Italiani sono fratelli e solidali davanti alla Storia e davanti a Dio... Come Còrsi non vogliamo essere né servi e né "ribelli" e come Italiani abbiamo il diritto di essere trattati uguale agli altri Italiani... O non saremo nulla... O vinceremo con l'onore o moriremo con le armi in mano... La nostra guerra di liberazione è santa e giusta, come santo e giusto è il nome di Dio, e qui, nei nostri monti, spunterà per l'Italia il sole della libertà.»
Pasquale Paoli | |
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Pasquale Paoli alla Battaglia di Ponte Nuovo di Henry Banbridge, 1769, Museo Pasquale Paoli, Morosaglia. | |
Generale della Nazione Corsa | |
Durata mandato | 29 aprile 1755 - 9 maggio 1769 |
Predecessore | Carica creata |
Successore | Carica abolita |
Presidente del Governo del Regno di Corsica | |
Durata mandato | 17 giugno 1794 - 19 ottobre 1796 |
Capo di Stato | Gilbert Elliot-Murray-Kynynmound, I conte di Minto |
Monarca | Giorgio I di Corsica |
Predecessore | Carica creata |
Successore | Carica abolita |
Dati generali | |
Professione | militare, politico, massone |
Filippo Antonio Pasquale de' Paoli (Stretta di Morosaglia, 6 aprile 1725 – Londra, 5 febbraio 1807) è stato un politico, patriota e militare italiano, considerato dal movimento nazionalista della Corsica come Il Padre della Patria (in corso U Babbu di a Patria)[6].
Paoli nacque a Stretta di Morosaglia, figlio minore di Dionisia Valentini e di Giacinto Paoli, che aveva guidato i ribelli corsi nella lotta contro il dominio di Genova.[5] Pasquale seguì suo padre in esilio nel 1738, combattendo con onore nell'esercito del Regno di Napoli. A Napoli compì alcuni dei suoi studi e seguì le lezioni di Antonio Genovesi.[7] Al suo ritorno in Corsica, il 29 aprile 1755, divenne comandante in capo delle forze ribelli (Generale della Nazione Corsa).[5] Nello stesso anno, a novembre, fu proclamata l'indipendenza della Corsica, che si dotò di costituzione, amministrazione, sistema giudiziario ed esercito.[5] Dopo una serie di attacchi riusciti, cacciò i genovesi da tutta l'isola, escluse alcune città costiere.[5] Quindi si dedicò a riorganizzare il governo, introducendo varie riforme.[5] Fondò un'università a Corte, dove si insegnava in lingua italiana.[5] Nel 1767 strappò anche l'isola di Capraia al controllo di Genova che, in crisi, fu costretta a cedere i diritti sulla Corsica alla Francia, la quale invase in forze l'isola con il proposito di farne un possedimento personale di Luigi XV.[5]
Per due anni Paoli, le cui idee si guadagnarono l'approvazione di filosofi come Voltaire, Raynal e Mably, lottò contro i nuovi invasori, finché nel 1769 venne sconfitto dalle più numerose forze del conte de Vaux, e costretto a rifugiarsi in Gran Bretagna, dove il 15 giugno 1778 fu iniziato in Massoneria nella Loggia "Le Nove Muse N° 325" a Londra[8], giungendo fino al 33º grado. Nel 1789 si recò a Parigi con il permesso dell'Assemblea Costituente, e fu rimandato in Corsica con il grado di generale.
Dopo un esilio di vent'anni, prese parte alla Rivoluzione francese. Richiamato nel 1790 nella sua patria, il suo viaggio da Parigi alla Corsica fu una vera marcia trionfale: accolto favorevolmente in particolare da Lafayette, egli venne ricevuto il 22 aprile 1790 dall'Assemblea nazionale e in quell'occasione fu ammesso al Club dei Giacobini, allora presieduto da Robespierre. Re Luigi XVI lo nominò governatore dell'isola. Ritornò in Corsica il 14 giugno 1790 sbarcando a Macinaggio, dove fu accolto trionfalmente dal popolo. L'11 settembre 1792 fu promosso al rango di tenente generale.
Nel 1793, dopo aver partecipato alla fallita invasione della Sardegna, disgustato dagli eccessi della Rivoluzione francese e accusato di tradimento dalla Convenzione, dopo l'occupazione inglese dell'isola convocò un'assemblea presso Corte con lui stesso come presidente separando formalmente la Corsica dalla Francia. Quindi offrì la sovranità dell'isola al governo britannico ma, non ricevendo sostegno da questo e non ottenendo il titolo di viceré, fu costretto ad andare nuovamente in esilio,[7] e la Corsica, riconquistata dal Direttorio, divenne un dipartimento francese.[5] Nel 1796 si ritirò a Londra, dove morì undici anni più tardi nel 1807. Venne sepolto nella chiesa anglocattolica di St Pancras Old Church nel borgo londinese di Camden e nel 1889 i suoi resti mortali tornarono nel suo paese natale.
«... Lascio cinquante lire sterline annue per il mantenimento di un abile maestro, che nel paese di Morosaglia, luogo di mezzo della pieve del Rostino, insegni a ben leggere e scrivere l'italiano, secondo il più approvato stile normale, e l'aritmetica alli giovinetti di detta pieve, ed agli altri che vorranno profittare di tale stabilimento. ... Avendo desiderato che fosse dal governo riaperta una scuola pubblica in Corte, luogo di mezzo per la maggior parte della popolazione dell'isola, lascio ducento lire sterline annue per il salario di quattro professori, il primo perché insegni la teologia naturale e i principj di evidenza naturale della divinità della religione cristiana; il secondo la etica e ii dritto delle genti; il terzo i principj della filosofia naturale, ed il quarto, gli elementi della matematica. E desidero che agli alunni l'insegnamento dovrà farsi in italiano, lingua materna de' miei nazionali ... In caso poi che questa scuola in Corte non potesse aver luogo, fermo nel proposito di contribuire all'istruzione de' miei nazionali, lascio ducento cinquante lire sterline annue per il mantenimento di cinque alunni in alcuna delle migliori università del continente italiano. Due dovranno essere scelti nel dipartimento del Golo, due in quello del Liamone..., il quinto sarà della pieve di Rostino.»
L'associazione americana Sons of Liberty fu ispirata da Paoli per la sua lotta contro il dispotismo. Nel 1768, l'editore del New York Journal descrisse Paoli come "un grande uomo sulla Terra".
Diversi toponimi statunitensi lo commemorano:
A Pasquale Paoli si fa riferimento nell'Ode seconda, nell'opera Rime varie di Vittorio Alfieri del 1776.
«E il crederem? fia ver che un Re sottrarne
A servitude or voglia?
Re, che di ceppi apportator pur dianzi
Là dove il Côrso impavido s’inscoglia
Tanti a Stige mandarne
Fu visto; ed ora i lor dolenti avanzi
Vuol servi tener, anzi
Che a virtute lasciarli ed a bell’opre?
Suo dispotico brando, ancor grondante
Di quel sangue anelante
Vendetta, or fia per noi francar si adopre?
[10]
Certo, s’egli è, ricopre
Voglie or forse non schiette
Di generoso indi[11] non regio ammanto.
Deh! non fia che da lui troppo si aspette,
Sí che ritorni il riso stolto in pianto.[12]»
Nel seguente passo del cap. 22 del romanzo Il conte di Montecristo, l'autore, Alexandre Dumas padre nomina Pasquale Paoli:
«Lasciò alla sua destra la Gorgona, alla sinistra Pianosa e avanzò verso la patria di Pasquale Paoli e di Napoleone.»
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73879942 · ISNI (EN) 0000 0001 2139 4174 · SBN UFIV021678 · BAV 495/109602 · CERL cnp00400354 · LCCN (EN) n79018818 · GND (DE) 118789554 · BNF (FR) cb120894669 (data) · J9U (EN, HE) 987007276072705171 |
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