Danese Cattaneo

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Danese Cattaneo, Elisabetta Querini

Danese Cataneo (Colonnata, 1508-1512 – Padova, 1572) è stato un poeta, scultore e architetto italiano.

Altare Fregoso, Basilica di Santa Anastasia, Verona

Biografia

Danese Cataneo nacque, probabilmente nel 1508,[1] a Colonnata da Michele Cattani commerciante di marmi e prodotti tessili e da Gentile degli Alberti originaria di Forno, sobborgo massese limitrofo. In giovane età si trasferì a Roma, città nella quale entrò in contatto con Jacopo Sansovino. Lasciò la città dopo il Sacco del 1527 per stabilirsi definitivamente a Venezia. Qui collaborò per molti anni con Sansovino e si affermò come scultore e urbanista. Suo allievo fu Girolamo Campagna (1549-1625). Fu amico di Trifon Gabriele, Pietro Aretino, Sperone Speroni, Giorgio Vasari, Bernardo e Torquato Tasso, il quale lo ricorda nella prefazione del Rinaldo. Negli ultimi anni di vita, Cataneo si trasferì a Padova; qui si spense in una data compresa tra il 28 settembre 1572 (giorno della stesura del suo testamento) e il 27 novembre, quando lo scultore Vincenzo Grandi fu incaricato di stimare l’ultimo rilievo di Cataneo raffigurante la resurrezione di un giovane assassinato, destinato alla Cappella dell’Arca.

Produzione poetica

Gli anni veneziani furono fondamentali per la sua vena artistica, compose il poema L'Amor di Marfisa, i cui primi tredici canti furono pubblicati nel 1562, presso l'editore Francesco Franceschi. Nella Biblioteca Apostolica Vaticana sono conservati tre manoscritti (Chig., I.VI.238 Chig., L.V.139 e Chig., I.VI.239) che trasmettono una serie di opere incomplete: alcuni sonetti, due panegirici, i primi canti di alcuni poemi in quarta rima (Teseide, Il Peregrinaggio di Rinaldo), una commedia, una tragedia (Lucrezia) e l'iniziò del poema in ottave La Vittoria Navale, che celebra la battaglia di Lepanto.

Produzione scultorea

Busto di Gasparo Contarini a la Madonna dell'Orto
Il monumento a Pietro Bembo, Basilica di Sant'Antonio di Padova, Padova

Fra le sue opere scultore più celebri si ricordano: la statua in pietra d’Istria del Sole (Venezia, Ca’ Pesaro), il busto marmoreo di Pietro Bembo (Padova, Basilica del Santo) il busto di Lazzaro Bonamico e quello di Alessandro Contarini, il monumento sepolcrale di Giano II Fregoso (Verona, Sant’Anastasia) e il monumento sepolcrale al doge Loredan.[2]

Note

  1. ^ Angelo Chiarelli, Danese Cataneo: due questioni biografiche,, in «Italique», XXVI, 2023, pp. 276-289.
  2. ^ Sulla produzione artistica di Cataneo cfr. M. Rossi, La poesia scolpita. Danese Cataneo nella Venezia del Cinquecento, Lucca, Pacini Fazzi, 1995.

Bibliografia

Studi

  • Silvia Macchioni - Giuseppe Gangemi, CATTANEO, Danese, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 22, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1979. URL consultato il 2 gennaio 2015.
  • Massimiliano Rossi, La poesia scolpita. Danese Cataneo nella Venezia del Cinquecento, Lucca, Pacini, 1995.
  • Claudio Gigante, Tasso, Roma, Salerno Editrice, 2007, pp. 52-56.
  • Tancredi Artico, Danese Cataneo, «felicissimo spirito» nelle carte tassiane. L’Amor di Marfisa e la Gerusalemme liberata, «Italianistica Debreceniensis», XXIII, 2017, pp. 8-20.
  • Angelo Chiarelli, ‘Gli occulti aspri tormenti’ per l’edizione critica dell’Amor di Marfisa di Danese Cataneo, in «L’Ellisse. Studi storici di letteratura italiana», XV/2, 2020, pp. 49-70.
  • Angelo Chiarelli, «Sì che attendete a essercitare lo scarpello e la penna». Sulla produzione letteraria di Danese Cataneo, in «Scaffale aperto. Rivista di italianistica», Scaffale Aperto, XIII, 2023, 107-124.
  • Angelo Chiarelli, La penna dello scultore. La produzione epico-eroica di Danese Cataneo, Milano, Ledizioni, 2024.

Edizioni

Danese Cataneo, Amor di Marfisa, a cura di Tancredi Artico, Lucca, Pacini, 2021.

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