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Z. XXIII Castel di Leva | |
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Casale del Divino Amore | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Città | Roma Capitale |
Circoscrizione | Municipio Roma VIII e Municipio Roma IX |
Data istituzione | 13 settembre 1961 |
Codice | 423 |
Superficie | 81,65 km² |
Abitanti | 25 290 ab. |
Densità | 309,73 ab./km² |
Castel di Leva è la ventitreesima zona di Roma nell'Agro romano, indicata con Z. XXIII.
Si trova nell'area sud della città, a ridosso ed esternamente al Grande Raccordo Anulare.
La zona confina:
Il vastissimo territorio, con i suoi 81,65 km² è il secondo comprensorio toponomastico più grande di Roma dopo Castel di Guido, si estende da Tor Pagnotta fino a Santa Palomba comprendendo Bel Poggio, Divino Amore, Porta Medaglia, Ente Maremma, Fiorano e Falcognana.
La zona apparteneva all'Abbazia di San Paolo annessa al casale di Fiorano e, alla fine del XIII secolo, era denominata "Castrum Leonis". Dopo il XV secolo perde il suo significato e diventa "Casalis Castel de Leo".
Il castello era composto di una rocca merlata che racchiudeva una torre merlata anch'essa. Attorno ad essa, si raggruppavano le unità abitative, a loro volta difese da un muro fornito di varie torrette a guardia del complesso. Nella seconda metà del XVI secolo apparteneva alla famiglia Capizucchi. Nel XVIII secolo fu costruita una chiesetta accanto alla roccaforte.
Gaetano Moroni dà della tenuta di Castel di Leva e del santuario la seguente descrizione:
«Appartiene a questo monistero il tenimento nell'agro romano chiamato Castel di Leva, più volgarmente conosciuto col nome di Madonna del Divino Amore per la chiesa ivi dedicata alla Vergine sotto questo titolo. E siccome il lunedì dopo la Pentecoste ad essa concorre in gran folla il popolo di Roma, quello di Albano e di altri luoghi, così per la tanta celebrità popolare della chiesa non riuscirà discaro un cenno storico sul tenimento e sulla miracolosa immagine che ivi si venera. Il Castel di Leva diviso dal monte di Leva appartenente alla nobile famiglia Gavotti contiene circa rubbia 149 e si trova sette miglia fuori di porta s Sebastiano strada a destra della via Appia che pur chiamasi del Divino Amore. Il castello che dà nome al fondo sorge su di un colle isolato avente il recinto coronato da torri quadrilatere pienamente in rovina. La costruzione si attribuisce agli Orsini forse nel declinare del secolo XIII ma i fabbricati dell'interno sembrano opera del secolo XV. Il nome di Leva deriva da Olibanum nome comune a molti fondi ne bassi tempi, e voce barbara significante incenso, e data probabilmente a quei fondi assegnati alle chiese per le spese dell'incenso. Fu detto ancora quel tenimento Castel di Levano da mons. Olibani. Entrando nel cortile che precede la chiesa si vede incastrata nel muro una lapide dalla quale e da alcuni frammenti di antichità si rileva che ne' dintorni abbia forse esistito una villa antica della gente Paccia. »
Secondo un'antica leggenda un viandante, per non essere sbranato da alcuni cani randagi, pregò ad un'immagine affrescata sulla rocca, detta del Divino Amore. Da allora si iniziò a venerare tale dipinto che fu staccato dalla rocca e posto all'interno del santuario della Madonna del Divino Amore.
Nel territorio di Castel di Leva si estendono le zone urbanistiche 11Y Appia Antica Sud, 12H Vallerano-Castel di Leva, 12L Porta Medaglia e 12N Santa Palomba.
Del territorio di Castel di Leva fanno parte le frazioni di Borgo Santa Fumia, Falcognana, Fonte Laurentina, Santa Palomba, Selvotta, Solfarata e Spregamore.
Oltre alla dorsale omonima e al largo dedicato al fondatore della borgata Giuseppe Montanari, troviamo vie intitolate a matematici e fisici; naturalisti, geologi, paleontologi, zoologi; agronomi ed enologi; comuni della Campania; antiche città del Lazio; generi e specie botaniche e zoologiche; personaggi illustri; toponimi locali.
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