Óðrerir

In questo articolo esploreremo l'affascinante storia di Óðrerir, un argomento che ha catturato l'attenzione di innumerevoli persone nel corso degli anni. Óðrerir è stato oggetto di dibattito, studio e speculazione e il suo impatto sulla società è stato profondo e duraturo. Dai primi documenti storici fino ai giorni nostri, Óðrerir ha svolto un ruolo fondamentale nel plasmare la cultura, la politica e il modo in cui comprendiamo il mondo che ci circonda. In queste pagine approfondiremo la ricca e diversificata storia di Óðrerir, esplorandone le origini, l'evoluzione e la sua rilevanza nel mondo moderno.

Nella mitologia norrena, Óðrerir, Óðrørir o Óðrœrir fanno riferimento ad un recipiente contenente l'idromele della poesia (assieme a Boðn e Són) o l'idromele stesso.

Citazioni

Edda in poesia

Óðrerir viene citato in due passaggi ambigui del Hávamál. In una prima stanza (107) si fa capire a volte che Óðrerir sia sinonimo di idromele della poesia[1], ma entrambe le interpretazioni sono possibili.

In un'altra stanza (140) il significato di Óðrerir dipende dalla traduzione.

In molte traduzioni Óðrerir sembra fare riferimento ad un recipiente, ma anche altre interpretazioni di ausinn Óðreri sono altrettanto valide [2], il che porta a pensare che Óðrerir sia l'idromele stesso.

Edda in prosa

Secondo Snorri Sturluson, Óðrerir è il nome del calderone in cui il sangue di Kvasir fu miscelato con il miele per creare l'idromele.[3]

Allo stesso modo Snorri afferma che questo "liquido di Óðrerir e Boðn e Són" (lögr Óðreris ok Boðnar ok Sónar) è un kenning per "l'idromele della poesia" (Skáldskaparmál, 3).

Nella poesia scaldica Óðrerir è sinonimo di idromele della poesia[1] e si crede che l'associazione Óðrerir-vascello sia un'invenzione di Snorri. Inoltre l'etimologia del nome (che può essere tradotta in "fonte di ispirazione" o "fonte di rabbia") sembra indicare che si tratti dell'idromele. Boðn probabilmente significa "recipiente"[1] e Són significa "riconciliazione"[4] o "sangue"[5].

Note

  1. ^ a b c Simek 1996.
  2. ^ Lindow 2002.
  3. ^ Skáldskaparmál (V), Traduzione di Brodeur Archiviato il 19 febbraio 2008 in Internet Archive.
  4. ^ Allusione alla tregua conclusa tra gli dei dopo la guerra tra Æsir e Vanir.
  5. ^ Faulkes 1998.

Bibliografia